La mia è la storia di una donna alla ricerca della felicità. Una storia all’antica, una saga movimentata di un viaggio memorabile attraverso lacrime e risate, gioie e dolori, dall’Età dell’Acquario fino all’altro ieri. Se a qualcuno sembrerà un piccolo viex jeu, posso solo chiedere, chi ha una storia priva della più piccola imperfezione?

Già da bambina volevo essere felice. Con l’istinto sicuro del bambino sapevo che qualsiasi altro stato mentale era inaccettabile per me. Posso ricordare la mia impazienza mentre aspettavo che il ruscello e il fiume si congiungessero. Quando avvenne, io mi lanciai sulla strada della vita. La felicità mi stava invitando e io ero giovane e il mio passo sicuro. Ma la strada della vita era in pessimo stato nel punto in cui la incrociai. Le deviazioni furono inevitabili. Questo significava che la fine della strada non era mai visibile.

Il più risoluto dei miei amici aveva ammesso che, come strada maestra, era ridotta male. Quello che i miei amici non apprezzavano era il fatto che fosse scoraggiante per un viaggiatore serio che voglia andare semplicemente da A a B, trovarsi costantemente costretto a passare per C e D ed E.

“Pensa alle meravigliose deviazioni che hai preso” dicevano. “Pensa alle esperienze che hai avuto e che hanno arricchito la tua anima. Hai parlato con uno steward dei Caraibi, hai imparato a usare un water pik (macchinetta che pulisce i denti con getti d’acqua), hai protetto gli gnu, hai bruciato il tuo reggiseno, hai sfinito la tua mente con le illusioni psichedeliche, hai accolto nelle tue mani le piccole mani dei bambini ritardati, hai rifiutato Marcuse, sei stata fotografata nuda nel Poet’s Corner, hai interpretato correttamente il tuo oroscopo, hai ridimensionato tuo padre, hai aperto i canali della percezione con la mescalina, hai marciato su Washington, ti sei accoppiata a piacere con conoscenti utili che non amavi, sei stata vista passeggiare in Central Park con un lupo irlandese, hai scoperto Gesù, hai restaurato il tuo appartamento in Art Déco, hai fatto qualcosa a proposito della General Motors, hai avuto una piccola parte in una spedizione al Polo Nord, sei stata impegnata a fondo, positivamente, per i negri con i quali non hai nulla in comune, hai incollato etichette su sperma congelato, ti sei emozionata con gratitudine davanti ad una lattina di minestra in una galleria d’arte.”

Era vero. Ma non avevo trovato la felicità. Avevo viaggiato molto lontano, ma ero arrivata solo ad una certa età. La mia meta era più lontana che mai.

Molti dei miei amici erano delusi nei miei riguardi. “La felicità non è dove si pensa che sia” dicevano. “Inoltre, come puoi pensare di essere felice senza che tutti gli altri lo siano? All’opposto, sei una consumatrice, una liberale, un anacronismo”.

La parola fu come un lampo nel buio. Sapevo di aver visto la luce. Dissi addio alla scena urbana, feci retromarcia, cominciai a viaggiare a ritroso lungo la strada della vita.

Era difficile e stretta, non facile da seguire. A volte ebbi paura, spesso fui sola. Mi mancavano gli avvenimenti, le riunioni fra amici, lo stare insieme, però continuai ad andare avanti.

Un giorno passai vicino a un cartello stradale. I caratteri erano molto sbiaditi, ma io pensai che indicassero l’oblio. Sta di fatto che ero arrivata solo fino in Italia, però sembrava promettente. Subito la strada finì. Mi ritrovai in un silenzio fuori del tempo, fiorito, pastorale.
Il mio cuore sussultò. Finalmente la ricerca era finita.

Asolo, December 1971

Virginia Moriconi
dal libro The Mark of St Crispin
ed. Duckworth – London
original language – english

dipinto di copertina di Gert Bogel

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